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in quella notte dal 29 al 30, prendevano a tal uopo tutte le necessarie disposizioni.1

Formavansi cioè quattro colonne,

la 1ª di attacco comandata dal capo di battaglione

Lefebvre,

la 2ª di riserva comandata dal capo di battaglione

Lerouxeau,

la 3ª di sostegno comandata dal capo di battaglione

Laforêt,

la 4ª di lavoranti comandata dal capo di battaglione

Galbaud-Dufort.

Si dava al tenente colonnello Espinasse il comando superiore delle quattro colonne ed al general di brigata Levaillant (Carlo), in qualità di generale di trincea, quello di tre battaglioni di guardia (della trincea).

Adottate queste disposizioni, alle ore 2 e 1/4 del mattino, a’ primi albóri, la colonna di sostegno che era negli alloggiamenti del bastione 7, ed il cui movimento doveva preceder quello delle truppe eh"erano al di fuori della cinta, ebbe ordine di sboccarne. Alcuni istanti dopo il colonnello Niel, capo di stato maggiore del genio, dava il segno dell’assalto del bastione 8, e subito la prima colonna di attacco comandata dal Lefebvre superava la breccia non ostante una viva fucilata. Sono molto interessanti tutte le particolarità di quest’assalto e della difesa de’ Romani, le quali vengon narrate con chiarezza e precisione dal Vaillant nella sua opera sull’assedio di Roma, cui rimandiamo i nostri lettori non potendo noi dire più o meglio.

Si era giudicato opportuno da’ Francesi all’intento di dividere gli sforzi del nemico e render così facile l’assalto che preparavasi, di far operare una diversione dal generale Guesvillier che aveva preso posizione con fanteria, zappatori, ed artiglieria su’ monti Parioli fuori la porta

  1. Vedi Vaillant dalla pap. 134 alla pag. 146. — Vedi Atlante generale dell’assedio ec., pag. 4 e 5.