Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/66

62 storia

ad altro non tendono che a mettere il mal umore nelle truppe autorizzando così la disobbedienza e l’insubordinazione.

» Io le dissi un’altra volta che fra le persone educate, in particolare quelli che occupano posti distinti, v’è una maniera di ordinare, ma sempre con dignità, e fare sentire a chi può avere dispiaciuto al governo, le cose in modo conveniente, senza mai insultare come ha fatto lei, che così facendo si è degradato.

» Io poi la prevengo che spero c’incontreremo qualche giorno, e che a voce mi spiegherò più chiaro di quello che faccia presentemente, e le domanderò conto del modo inconveniente come si è condotto e si conduce verso di me, e che spero che buon grado o malgrado vorrà rispondermi.

» Se mi vuole fare stampare questa lettera lo faccia pure, ma senza cambiare una sillaba.

» Bologna, 9 decembre 1848.

» (firmato) Zucchi


A questa lettera rispose il Campello nel modo seguente:

» Signor Generale,

» Le sue parole sono indegne di un uomo d’onore: io le compiango e perdono all’età. Vile soltanto chi tradisce l’Italia.

» Roma, 13 dicembre 1848.


» Signor Generale Carlo Zucchi

» Bologna1


Questa lettera non giunse certamente al Zucchi in Bologna, perchè il 10 di dicembre n’era partito in compagnia del marchese Bevilacqua alla volta di Livorno.


  1. Vedi la Pallade, n. 420.