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della rivoluzione di roma | 649 |
Comunque si voglia l’indirizzo ebbe il suo corso, e se fu esagerato poco male perchè tendente a produrre un bene evidente ed a preservare da quei guasti che se non accaduti, potevano accadere a detrimento dei monumenti di Roma. Così lungi noi dal disapprovare l’atto in discorso, ne porgiamo ai promotori i nostri rallegramenti. Nè è il primo caso in cui il corpo consolare presentasse l’esempio d’intromettersi per uno scopo sì salutare ed umano, perchè in Palermo il 19 gennaio 1848 quel corpo consolare fece altrettanto per impedire o arrestare il bombardamento.1
A noi peraltro piacerebbe di più che talune corti, o governi, o nazioni, o tribune, o stampe libere, e fra queste in primo primissimo grado comprendiamo Francia e Inghilterra (perpetue fomentatriei di torbidi in Europa), in luogo di ricorrere quando arde il fuoco al filantropico officio di estinguer gl’incendi, usassero invece maggior cautela nel non accenderli sia colla parola incoraggiatrice, sia colle armi, sia cogli emissari, sia coll’oro. Se si astenesser da ciò non vi sarebbe allora bisogno delle loro pietose interposizioni. Bell’officio per verità sarebbe quello dei vigili o pompieri se occultamente eccitassero un incendio per darsi poi la soddisfazione di saperlo estinguere alla vista di tutti, e carpirne mal compre lodi e ringraziamenti. Egli è certo una cosa curiosa il vedere che i buoni amici politici prendon sempre la parte d’intercessori verso i padri affinchè trattino i figli dolcemente, e mai non si vedano dirigersi ai figli per inculcare loro sommissione e obbedienza a’ propri genitori! Queste nostre verità riporteranno (osiamo sperarlo) l’approvazione di 4/5 dei nostri lettori, ed 1/5 a cui non piaceranno, se non ci loderà apertamente, sogghignerà occultamente, e converrà che abbiane colto nel segno.
- ↑ Vedi l’opera Ruggiero Settimo e la Sicilia. — Documenti sulla insurrezione siciliana del 1848, pag. 13.