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CAPITOLO XVIII.


[Anno 1849]


Cose occorse dal 23 giugno al 3 luglio 1849. — I Romani dopo l’ingresso dei Francesi per la breccia, perseverano impavidi nella resistenza. — Ritorno dell’acqua Paola già tolta dai Francesi. — Morte del general Ferrari. — Il corpo consolare dimanda al generale Oudinot di desistere dal bombardar la città. — Sua risposta. — Proseguimento delle operazioni dell’assedio. — Il dottor Goglioso s’interpone in favore della repubblica romana. — La cupola di san Pietro illuminata la sera del 29 giugno festa di san Pietro. — I Francesi attaccano definitivamente Roma sul Gianicolo nella notte dal 29 al 30. — Zuffa micidiale che ne seguì, e morte del Manara comandante la legione lombarda. — Roma desiste dalle difese. — Sforzi disperati del Mazzini e de’ suoi per la resistenza. — Il Garibaldi vi si oppone, e abbandona Roma il 2 luglio con 4 o 5,000 uomini, e lungo codazzo di compromessi. — Ultimi atti dei repubblicani. — La commissione delle barricate emana il suo ultimo proclama. — Uccisione di preti il 3 luglio. — Il dottor Pantaleoni e l’abate Perfetti assaliti dai repubblicani. Il primo si salva fuggendo, il secondo è ferito. — Ingresso dei Francesi. — Il Cernuschi nel Corso si pone alla testa di un attruppamento ostile ai Francesi che lo disperdono. — I Francesi restano tranquilli occupatori della città.


Rari non sono gli esempi d’uomini che affetti da morbo letale e vicini a morte, pur tali sintomi manifestino di vitalità, che quasi diresti essere in via di risorgimento. Se non che tali sforzi supremi di reazione, effetto non già della guarigione che si manifesta, sibbene della morte che si avvicina, sogliono poi venir meno in un tratto, convertendo le speranze in disinganno, le lusinghe in pianto, le apparenze fallaci in realtà dolorosa.