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636 | storia |
tagna e del Comitato elettorale tipografico, e nella Pallade la protesta dell’Associazione democratica degli amici della costituzione.1 Queste manifestazioni di simpatia francese pertanto a nulla valsero, e per nulla avvantaggiarono la condizione delle cose dei repubblicani in Roma. Egli è anzi più ragionevole il supporre che il pericolo scampato in Parigi, e l’esser certi che la causa e lo eccitamento eran venuti da Roma, lungi dall’amicarsi quel governo e la classe numerosa ch’è dedita soltanto a’ propri affari, non abbian prodotto altro risultato, tranne quello d’inasprire maggiormente si l’uno come l’altra contro di Roma e de’ suoi momentanei dominatori.
Anche in Roma il francese Ippolito Theoleyre già noto per la caldezza delle sue pubblicazioni, aveva divulgato fin dal giorno 11 una protesta de’ suoi amici contro il governo di Francia. E questa protesta elaborata in Roma e partita da Roma, quantunque di tipo francese, non potè non aggiungere esca al fuoco nel governo di Parigi contro quello di Roma.2
Non ostante dunque le simpatie che i repubblicani romani sforzavansi di eccitare in proprio favore sul continente europeo, le cose loro volgevano a mal fine. Imperocchè dopo la caduta di Bologna la periferia entro la quale ardeva il fuoco repubblicano veniva restringendosi di giorno in giorno in più angusti confini. Gli Austriaci invadevano il nord dello stato pontificio. Gli Spagnoli ed i Napolitani eran pronti nella opposta direzione. La campagna romana formicolava all’occidente di soldati di Francia, e la recente caduta di Ancona, la cui capitolazione aveva avuto luogo il giorno 19,3 faceva sì che la occupazione austriaca si estendesse eziandio sulla plaga orientale. Balenata vana-