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628 | storia |
dell’interno Carlo Mayr d’invitare i parrochi e i cappellani a farla nelle chiese rispettive. Inutile il dire che l’invito ministeriale rimase lettera morta, e nè all’aria aperta nè privatamente si vide processione di sorta alcuna.1
Istituivansi poi, il giorno 6, compagnie ordinate sotto il nome di Squadre dei sette colli per la difesa della città.2 Ancor queste rimasero in fieri. E così fu dei triboli, dei sacchetti di terra, e di altri eccentrici provvedimenti.
Sembra però che ad onta dell’invito del triumvirato del giorno 6, per andare a lavorare alle barricate, memorato poco sopra, scarso assai fosse il numero di quelli che si presentassero a tal fine, perchè il giorno 7 facevasi di nuovo il triumvirato stesso a pregare i buoni cittadini per questo oggetto. Ecco come esprimevasi:
«Repubblica Romana
» In nome di Dio e del Popolo.
» Molti uomini sono ai lavori: molti più si richiedono. Noi vogliamo e dobbiamo averli; e per questo chiediamo la cooperazione attiva di tutti i buoni.
» Cessino tutti i lavori privati. Oggi, non esiste più che la cosa pubblica, la salute di Roma. Le case private, gli edifizi cittadini si proteggono alle mura. Roma e l’Italia stanno sull’opere di fortificazione. Un palmo di terrapieno può salvare a un tempo l’onore del paese e la vita d’un figlio di Roma. I cittadini vi pensino, e ci aiutino tutti nell’opera santa.
» I volenterosi si presentino o mandino al Campidoglio e alla Commissione delle barricate: avranno destinazione, e su i luoghi di lavoro, viveri e retribuzione.
- » Roma 7 giugno 1849.
» I Triumviri.»3