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Con questa deliberazione il generale francese, sentito il pericolo che nel novembre correva la persona del pontefice, ordinava l’imbarco a Marsiglia di 3,500 uomini per prenderne le difese, o meglio per tutelare la sua persona.

Infrattanto le Camere legislative discutevano e deliberavano; i ministri eseguivano; il popolo ubbidiva e taceva; ma l’edificio costituzionale difettava nelle sue fondamenta perchè ov’era il terzo potere, ov’era il sovrano?

Fu allora deciso che ad uscire da simile illegalità, fosse creato questo terzo potere, ed il giorno 11 venne proposto un decreto dal Consiglio dei deputati, al quale fece eco altro simile per parte dell’Alto Consiglio, perla nomina di questo terzo potere, ed il Consiglio dei ministri con atto del 12 ne pubblicò la nomina.

I membri eletti furono i seguenti:


Il principe Don Tommaso Corsini senatore di Roma,
Il conte Gaetano Zucchini senatore di Bologna,
Il conte Francesco Camerata gonfaloniere di Ancona.1


E lo stesso giorno una dimostrazione di lavoranti della beneficenza forniti dei loro arnesi rurali, e guidati da Ciceruacchio e consorti, sull’imbrunir del giorno, entrati per la porta del Popolo, percorsero le vie più popolose della città gridando viva Sterbini, viva Mamiani, pane e lavoro. Si noti che pane e lavoro gridaron pure il giorno 11 di aprile, e il nome dello Sterbini anche allora vi fu associato.2 La costernazione e lo spavento degli abitanti giunsero a tal punto, che tutti chiudevano le botteghe al passaggio degli schiamazzanti. La Pallade stessa ne fu scandalizzata e li consigliò a non provarci più, ma non vi riuscì, perchè come raccontammo nel capitolo II di questo

  1. Vedi Gazzetta di Roma del 12. — Vedi Documenti vol. VII, n. 99 A. — Vedi Sommario n. 50.
  2. Vedi il Capitolo IX del vol. 2 di qneste storie. — Vedi la Pallade del 12.