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606 | storia |
comodamento? Possibile, che temesse tanto le bombe chi aveva detto, scritto, e fatto in certo modo l’apologia delle bombe e delle granate? Le risposte dunque al generale Oudinot con uomini di tempra siffatta che disgraziatamente erano alla testa delle cose nostre, furon quali era da immaginare, assolutamente negative.
Appena giunto al campo francese il signor de Corcelles inviato straordinario della repubblica francese in Roma, indirizzava al cancelliere di Francia de Gerando una lettera in data del 13 ove sosteneva che il Lesseps non poteva entrare in verun accordo il 31 di maggio, perchè le facoltà erangli state ritirate dal governo, il quale in conseguenza non aveva potuto ratificare la sua convenzione.
Consigliava al governo romano di desistere da una inutile resistenza, e diceva chiaramente non aver la Francia che uno scopo, cioè quello di restituire la libertà al capo venerato della Chiesa, la libertà in pari tempo agli stati romani, e fare ogni sforzo per ristabilire la pace del mondo. Rispose il Mazzini alle proposte del de Corcelles, e fece inserire la sua risposta nel Monitore .1
Quanto alle operazioni dell’assedio è da sapere che le batterie n° 3,4,5, e 6 (quest’ultima costruita sul piccolo spianato della villa Corsini) eran compiute; ma il generale Oudinot volendo attendere la risposta all’intimazione inviata alle autorità romane, ordinò che non principiassero il fuoco che il giorno 13.2 Nella mattina ritornato al campo l’ufficiale che come parlamentario era stato inviato a Roma, annunziò che le proposte di una conciliazione erano state respinte, e che il governo romano rifiutava qualunque proposizione.3 Allora si ordinò che tutte le batterie francesi cominciassero a far fuoco. I Romani ne risentiron danno. Le facce dei bastioni 6 e 7 furono sconquassate, e