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ravvisare uu rigore eccessivo o tale almeno da suscitare serie rappresaglie. Il Don Pirlone, motteggiando su tutto, ritrasse nelle sue colonne Roma che presenta un bel fiasco alle reduci deputazioni.1

In questo stato d’incertezza venne ad aggiungersi, per turbare sempre più le menti, uno scritto virulento dell’avvocato Gabussi, uno dei più pronunziati repubblicani che fossero in Roma. Il medesimo scritto non circolò solamente, ma venne affisso per tutti i cauti della città. Era diretto ai popoli dello stato pontificio, e consigliava i ministri a dimettersi, le Camere a sciogliersi e ad impiantare immediatamente un governo provvisorio.2

E mentre queste complicazioni tenevano agitata la città, in Gaeta si emanava un atto, che per verità ni uno conobbe in allora, e che a cose riordinate soltanto venne a cognizione del pubblico. L’atto di che parliamo diceva quanto appresso:


Ordinanza

» Pius Papa IX.


» Avuto riflesso alla gravezza delle presenti circostanze

» Visto l’articolo XIV dello statuto fondamentale

» Proroghiamo l’attuale sessione dell’Alto Consiglio, e del Consiglio dei deputati, riservandoci di determinare successivamente il giorno della nuova convocazione dei medesimi, ed ordiniamo al cardinale Castracane presidente della temporanea Commissione governativa da noi istituita sotto il giorno 27 novembre decorso, di comunicare ai due Consigli questa nostra sovrana deliberazione.

» Datum Cajetae, die 7 decembris 1846.

» Pius PP. IX.»3


  1. Vedi il Don Pirlone dell’8 decembre, n. 81. — Vedi Documenti, tal. VII. n. 90.
  2. Vedi Documenti, vol. VII, n. 94.
  3. Vedi Motu-propri vol. I, n. 68 B e n. 70.