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della rivoluzione di roma | 595 |
Roma senza il soccorso delle armate alleate; credo alle loro buone intenzioni, ma se esse non sospendessero immediatamente la loro marcia, l’armata francese si porterebbe senza ritardo ad incontrarle e non esiterebbe punto a trattarle come nemiche.
» Io ignoro gli avvenimenti che possono aver luogo nell’ordine politico e sociale di Europa; io ignoro ancora il partito definitivo che prenderà la Francia negli imbarazzi che seguiranno la resa di Roma; ma in oggi il mio dovere è tracciato; nella città santa il mio paese farà t conoscere le sue ultime risoluzioni sopra l’avvenire degli Stati pontificî.
» Per non offendere la giusta suscettibilità delle armate napolitana e spagnola, io vi leggerò la lettera che ho scritta sullo stesso oggetto al comandante in capo delle truppe austriache le quali trovansi negli Stati romani.»
Dopo di aver letto rapidamente la lettera che abbiamo riportata di sopra, il generale Oudinot continuò:
- «Signori,
» Io non so se questo linguaggio sia diplomatico quanto alla forma, ma esso è l’espressione di una volontà irremovibile. Ho l’orgoglio di credere che otterrà il vostro assentimento e quello de’ vostri sovrani rispettivi.»
Si persuasero gl’inviati spagnolo e napolitano al discorso ragionevole e risoluto del comandante francese, si scambiarono vicendevolmente attestazioni di amicizia e di stima, e fecer tutt’insieme colezione. E siccome il colonnello Buenaga avea recato al generale Oudinot una lettera per parte del suo comandante in capo generale Cordova, così il generale Oudinot lo pregò di recargli la sua risposta, che può leggersi nel nostro Sommario.1
- ↑ Vedi Sommario n. 95. — Vedi la lettera del generale Oudinot al general Cordova in Torre, vol. II, pag. 390, e in Balleydier, vol. II, pag. 442.