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594 | storia |
» La mia rottura col signor di Lesseps doveva essere, come fu, strepitosa. La maniera colla quale questo diplomatico ha eseguito la sua missione, è in oggi conosciuta ed apprezzata. Essa lo è stata subito, sono felice di poterlo dire, dal presidente della repubblica francese e dal suo gabinetto. Il signor di Lesseps era richiamato a Parigi nel momento stesso in cui io gl’interdiceva l’ingresso nel campo. Mi si restituirono i pieni poteri dovuti ad un generale in capo. Allora io detti alle operazioni di guerra lo slancio atto a finir l’impresa.
» In seguito di parecchi vigorosi combattimenti, le nostre truppe s’impadronirono di tutte le posizioni esterne, ed ora esse son padrone del Ponte Molle sopra l’alto Tevere come ancora delle comunicazioni con Firenze e con Ancona. Incontro alla basilica di San Paolo sono alcune chiatte, ed un ponte di barche è gittato sul basso Tevere; la mia cavalleria percorre tutta la pianura che si estende fra Roma, Frascati e Albano. Noi abbiamo di già aperta la nostra prima parallela a trecento metri dalla città. Le nostre batterie sono stabilite; fra qualche giorno noi saremo padroni di Roma, e se le disposizioni ch’io ho prese ritardano il successo, almeno esse eviteranno alla città eterna gl’infortuni della guerra.
» Ebbene! quando una grande nazione come la Francia ha di già compiuto tali cose, quando ella ha fatto sacrifici e spese sì enormi, quando è stata offesa, le bisogna una riparazione solenne. Essa deve ottenerla senza alcuna partecipazione ausiliaria, senza alcun soccorso straniero. No, nelle circostanze attuali, la Francia non può permettere che alcuna nazione venga a toglierle la gloria che le appartiene esclusivamente, e che non può sfuggirle. Qualunque armata che si avanzasse in questo momento verso di Roma, non potrebbe farlo che come nostra amica o come nostra nemica; soccorrendo gli assediati o gli assedianti. Noi non possiamo accettare nè l’una nè l’altra di queste combinazioni. Noi entreremo in