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la storia e sulla necessità di rettificarla, a disinganno dei presenti e dei posteri.

Mentre le cose che abbiam narrato accadevano in Roma, sbarcavano il 27 maggio 4,500 Spagnoli a Gaeta, sotto il comando del generale Cordova. La Speranza dell’epoca ne annunciava 4,000 soltanto.1

Ora non ci resta che a parlare e a richiamare alla memoria la solita filatessa dei proclami, degli editti, degli ordini, delle notificazioni, de’ rapporti e decreti che nella seconda quindicina di maggio emanaronsi e che per amore di regolarità è d’uopo indicare: essi furono i seguenti.

Il 16 maggio leggevasi nel Monitore la sentenza che il Consiglio di guerra aveva pronunziato il 13 contro tre militi rei di rapine commesse nella villa Pamphily, uno dei quali condannavasi a morte e due ai lavori forzati.2 La pena di morte venne però commutata qualche giorno dopo co’ lavori forzati.

In detto giorno si pubblicavano alcune disposizioni del capo d’ufficio Galvagni sulla organizzazione delle squadre armate,3 e del municipio pei beccaî e possessori di granaglie.4

Il 22 maggio escludevansi dalle requisizioni di cavalli quelli delle stazioni per servizio dei corrieri e delle diligenze.5

Giungevano lo stesso giorno in Roma 200 Toscani per combattere in favore della repubblica romana. Il Positivo che dava questa notizia aggiungeva pure che venivano anche guerrieri francesi.6

L’Italia del popolo annunciava il 23 che in Roma erasi formata una società d’operai intitolata dei Fratelli uniti e che si adunava in un teatrino alla salita di Marforio.7


  1. Vedi Speranza dell’epoca del 30 maggio.
  2. Vedi Monitore, pag. 465.
  3. Vedi detto, pag. 466. — Vedi Documenti, vol. IX, n. 66.
  4. Vedi Monitore, pag. 466.
  5. Vedi detto, pag. 495.
  6. Vedi il Positivo, pag. 322. — Vedi l’Indicatore, pag. 94.
  7. Vedi l’Italia del popolo, n. 32.