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con calma ed attitudine imponente, si occupava a dare gli ordini per continuare durante il giorno il movimento sopra Torre tre ponti.

» A circa le 8 si vide dal palazzo del Legato, ove il Re dimorava, un picciol drappello di cavalieri nemici, che per la strada di Valmontone si dirigeva a Velletri. Era questo l’avanguardo del corpo repubblicano, forte di circa due mila uomini, comandato dal colonnello Marocchetti: in fatti poco dopo si vedevano attraverso gli alberi di quelle fertili campagne delle truppe in posizione.

» Il Re osservò attentamente l’approssimarsi del nemico, e con la stessa calma, che ha dimostrato sempre nelle gravi circostanze in cui si è trovato durante gli ultimi avvenimenti, diede al maresciallo Casella tutte le disposizioni per arrestarne la marcia.

» Il maresciallo Casella sollecito si portò agli avamposti fuori Porta Romana, e dispose che lo squadrone del reggimento dragoni, colà di servizio, avesse marciato in avanti per riconoscerlo; e poco appresso v’inviò il secondo battaglione cacciatori ed un plotone di cacciatori a cavallo comandato dal tenente Oscar Mazzitelli. I cacciatori del secondo battaglione si disposero in ordine aperto sul terreno adiacente alla strada che mena a Valmontone, ed in mezzo a numerose vigne impegnarono il combattimento con le truppe appostate quivi da Garibaldi, che tiravano al sicuro sui Napolitani. S’inviò quindi in rinforzo il rimanente dello squadrone de’ cacciatori a cavallo guidato dal proprio comandante maggiore Colonna, il quale spintosi alla carica con impetuoso coraggio, in breve d’ora pose in fuga la poca cavalleria comandata dallo stesso Garibaldi, che si avanzava lungo la consolare che da Velletri mena a Valmontone e Palestrina. In questo scontro i due condottieri si trovarono per qualche istante l’uno a fronte dell’altro, ed il bravo maggiore Colonna era già sul punto di far prigione il suo