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col suo segretario Le Duc, e l’artista svizzero Veyrassat insieme col rifugiato napoletano avvocato Ciccarelli, il quale aveva conosciuto il Lesseps in Barcellona quando vi esercitava le funzioni di console di Francia. Detto Ciccarelli è quello stesso che il Campello spedì in Parigi per l’acquisto delle armi, e che poi o perchè caduto in sospetto di disonestà o d’inabilità, o per altra qualunque causa, non potè compiere il suo mandato; su di che ci riportiamo al capitolo XII sotto la data del 7 febbraio 1849.

Recaronsi tutti presso i triumviri al Quirinale, e colà venne sottoscritta la convenzione riportata di sopra, ossia le ultime proposizioni dei signor Lesseps modificate dai triumviri stessi, d’appresso il voto dell’assemblea; e sottoscritta che fu, partiron tutti pel quartiere generale.

Colà giunti, e presentate le proposizioni all’Oudinot per la sua approvazione e sottoscrizione, vi si ricusò recisamente, chiamandola una convenzione degradante per l’armata francese; ed alle perseveranti richieste dei Lesseps vuolsi pure che lo minacciasse di arresto, se avesse più lungamente insistito.

Le particolarità di questo fatto importante vennero raccontate dall’Oudinot stesso ad Alfonso Balleydier il quale le riferisce nella sua storia sulla rivoluzione di Roma.1 Egli medesimo lo affermò a noi che scriviamo.

Il contegno aspro e severo dei generale Oudinot verso Lesseps la sera del 31 maggio potrebbe sembrare inesplicabile, ove non producessimo a sincerazione dei nostri lettori una circostanza importantissima, ed è che in quella sera già doveva conoscersi al campo la destituzione o il richiamo del Lesseps, al quale era stato ritirato il mandato dal governo francese. Il Lesseps insomma era rientrato nella condizione di semplice privato. Ciò si conobbe da un ordine del giorno che l’Oudinot emise il dì seguente e nel quale dicevasi quanto appresso:


  1. Vedi Balleydier, vol. II, pag. 187, 18S e seguenti.