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della rivoluzione di roma | 517 |
rebbesi spiegato il Lesseps a voce nella sala del Consiglio dove riunivansi i generali tutti.
Il generale Oudinot fu irremovibile nella sua determinazione di attaccare Roma,1 ed irremovibili pure furon tutti gli altri generali.2
Finalmente dopo nuovi e lunghi dibattimenti con le autorità che comandavano a Roma, il Lesseps si ricondusse in detta città dal campo la mattina del 31. Trovò i membri del potere esecutivo romano meravigliati per la occupazione del monte Mario accaduta la notte del 30 al 31.3 Il Mazzini per inesattezza in una lettera diretta al signor de Corcelles pone la detta occupazione fra il 28 e il 29.4 Inviò allora il Lesseps nuove proposte al triumvirato il quale accettolle come una necessità.5
Fu quindi sottoscritta dai triumviri e dal Lesseps la convenzione seguente:
«Art. 1. L’appoggio della Francia è assicurato alle popolazioni degli Stati romani: queste considerano l’esercito francese come un esercito amico che viene per concorrere alla difesa del loro territio.
» Art. 2. D’accordo col Governo romano, e senza immischiarsi per nulla nell’amministrazione del paese, l’esercito francese prenderà gli accampamenti esterni, tanto per la difesa del paese che per la salubrità delle sue truppe (Truppe salubri è un concetto se non ridicolo, per lo meno poco felice; ma pure così fu scritto). Le comunicazioni saranno libere.
» Art. 3. La Repubblica francese assicura da qualunque invasione straniera i territori occupati dalle sue truppe.