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48 | storia |
Con atto dello stesso giorno il Consiglio dei ministri, vista la urgenza, ordinava la emissione di tanti boni del tesoro fino all’ammontare di 600,000 scudi ipotecati sui beni camerali, secondo l’elenco presentato dai ministro delle finanze1, ed in seguito dell’atto del Consiglio dei ministri del 22 novembre.
Ma un soggetto di ben più grave importanza ci si presenta sotto la data dei 3, e fu la cognizione in cui si venne in Roma dell’atto del pontefice del 27 novembre dato in Gaeta, e del quale parlammo nel I capitolo di questo 3.° volume. L’esame e la discussione di quest’atto provocarono la convocazione straordinaria del Consiglio dei deputati per la sera del 3 dicembre alle ore 11 ¼ pomeridiane.
Presa dal presidente Sturbinetti la parola, annunciò come si fosse diffusa e circolasse per la città una carta che si diceva sottoscritta da Pio IX, e che egli non avrebbe saputo tener valida, l.° perchè non era firmata da alcun ministro responsabile, contrariamente perciò ai principi costituzionali, 2.° perchè era firmata in paese di altro dominio, in una fortezza, contrariamente quindi alle massime del diritto pubblico giusta le quali il principe non può comandare a’ suoi sudditi fuori del territorio. Soggiunse poi che siccome la detta carta stabiliva che dovesse riguardarsi nullo ed irrito tutto ciò che si era fatto in conseguenza del giorno 16, e precisamente gli atti derivanti da quel giorno, così .il ministero, essendo un atto derivato dai fatti del giorno 16, riteneva di essere destituito, di essere dimesso, di non essere riconosciuto affatto in seguito della protesta di cui si trattava. Altri oratori sursero, e la risoluzione fu che i ministri restar dovessero al loro posto, perchè un governo qualunque era di stretta necessità. Simile discussione si protrasse anche il giorno seguente e venne risoluto d’inviare al Santo Padre tre deputazioni,
- ↑ Vedi la Gazzetta di Roma del 2 decembre 1848.