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l’idea dell’attacco immediato, facendone sentire il pericolo e la compromissione, poiché i Romani dal 30 aprile al 30 di maggio ben altre opere di difesa avevan potuto innalzare, e il numero dei combattenti a loro disposizione erasi aumentato per lo meno di un terzo. Proponeva invece d’inviare subito una divisione francese ripartendola fra Albano, Frascati e Marino, e così prevenire un accampamento di Spagnoli e Napolitani. «Noi saremo, scriveva al Vaillant, i veri padroni di Roma circondandola invece di occuparla, e il governo della Repubblica, che non desidera la nostra entrata in Roma se non siamo d’accordo cogli abitanti, vi ringrazierà un giorno di avere contribuito a far trionfare, con la saggezza dei vostri consigli, la vera, la grande politica, spoglia di tutte le piccole questioni di amor proprio personale e di vana gloriuzza.»1

Dopo di ciò il triumvirato proponeva in data del 30 i seguenti articoli d’accomodamento, sotto ciascun de’ quali riferiamo le osservazioni di Lesseps:

«Art. 1. I Romani, pieni di fede oggi come sempre nell’amicizia e nell’appoggio fraterno della Repubblica francese, reclamano la cessazione delle stesse apparenze di ostilità, e lo stabilimento dei rapporti che devono essere l’espressione di questo appoggio fraterno.»

Il Lesseps bramava conservata la compilazione più corta del progetto francese, cangiando la parola protezione della Francia, se dispiacesse ai Romani, e rimpiazzandola coll’appoggio.

«Art. 2. I Romani hanno per garanzia del loro diritto politico l’articolo quinto della Costituzione francese.»

Rispondeva il Lesseps che avrebbe voluto cassato del tutto questo articolo, perchè i Francesi non avean bisogno che i Romani rammentasser loro uno degli articoli della loro Costituzione; e quantunque rispettassero perfettamente questo articolo, non era conveniente di menzionarlo, avendo

  1. Vedi Lesseps, Ma mission ec., pag. 45.