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cuni fanatici attentassero alla sua vita. Un Francese anzi venne arrestato e rinchiuso in segreta.1

Riprese le trattative, sembra che non conducessero ad alcun risultato soddisfacente. Allora il Lesseps adottò il partito di spedire un rapporto a Parigi sul suo operato, per mezzo del La Tour d’Auvergne, e si ritirò il 24 al quartier generale a villa Santucci. Colà venne discusso con tutti i generali se fosse provvido o no di attaccare i Romani. Il Lesseps si oppose, volendo prima rinforzi. Alcuni generali avrebber voluto operare subito. Prevalse però generalmente il partito di attendere.

Prima peraltro di ritirarsi da Roma, diresse il Lesseps all’assemblea tale una nota, che noi qualificheremo da originalissima, per non dirla stravagante. Eccone il tenore:


«Signori Presidente, Vice Presidente, e Membri
» dell' Assemblea Costituente Romana.


» Ore 6 e 1/2 pomeridiane.

» Nella gravità delle circostanze e nel momento che va a terminarsi fatalmente una crisi che abbatterà o rialzerà per sempre la bandiera italiana, mi è imposto un ultimo dovere; quello di far conoscere pubblicamente la verità, come già l’ho fatta conoscere al mio governo, ed alle persone incaricate da voi ad entrare in trattative.

» Il pubblico si è troppo occupato di me, egli s’inquieta, s’agita; e gli eroici cittadini di Roma vedono bene, con quell’interesse popolare che distingue le masse, che alcuno l’inganna. Io l’uomo della pace, della verità e dell’umanità, io ho in mano la prova che sono già designato al pugnale dell’assassino come cagione dell’agitazione e dell’inquietezza pubblica; io non voglio essere un ostacolo per alcuno, e affine di lasciare al paese, all’As-

  1. Vedi Lesseps, ivi.