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E non dovremo querelarci dopo di ciò, e compianger le nostre miserie per queste palpabili irregolarità (e ci sembra la più mite delle espressioni di cui possiamo far uso) che in Roma commettevansi?

Una guardia civica che non sa nè punto nè poco di Costituente, che non la cerca, che non la vuole, e che non ostante si trae in inganno per farle dire di sì quando avrebbe voluto dire di no. Un ministero che dichiara non essere di sua competenza il proclamar la Costituente, e non ostante sottoscrive l’atto del 29 decembre. Una Giunta di stato con un membro rinunziante, ma del cui nome si abusa e si fa comparire fra i segnatari degli atti di governo. Un’assemblea incerta, timorosa, e che per non essere in numero non delibera, non vota, e muore esinanita. E con quali forme legali si proclamò dunque in Roma la Costituente se non ne apparisce traccia veruna?

Ma questo non è tutto: sentiranno nei capitoli seguenti i nostri lettori che i municipi, i municipi stessi, ed in prima linea quello di Roma, lesi mostrarono avversi; sentiranno come il popolo si mostrasse decisamente contrario alla sua attuazione coi non aver voluto illuminare la città.; e con tutto ciò sfrontatamente si andò avanti sempre sullo stesso sistema d’illegalità. La madre che fu la Costituente, dette in luce la figlia che fu la repubblica. E Roma, e le provincie, e il mondo tutto caddero in inganno, e crediamo vi restin tuttora, e vi resteranno, ignorando così la verità delle cose nostre, a meno che tempi più sereni e propizi non permettano un giorno a queste carte di veder la luce.

Con ciò chiudiamo per ora questo II capitolo, proponendoci di svolgere nel seguente il racconto degli avvenimenti estranei alla Costituente, che nel mese di decembre 1848 occorsero sia in Roma sia in Gaeta, dove il pontefice riposto avea la venerata sua sede.