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condizioni morali della nostra Repubblica, e la condotta tenuta dal generale Oudinot, il quale oggi stesso voleva attaccare Roma. Meglio per noi ma anche per lui, che avrebbe ricevuto una disfatta terribile. Intanto le ostilità sono sospese, e la bandiera bianca sventola sull’accampamento de’ Francesi.

» Questo gran fatto è derivato dalla nostra condotta piena di lealtà, di coraggio, di generosità. L’Assemblea francese nella seduta del 7 disapprovò l’attacco di Oudinot, il quale non doveva entrare in Roma fuorchè nel caso che vi fosse stata decisa anarchia, o che vi fosse stato invitato. Ora poi il commissario francese vedrà coi propri occhi quanta calma, quanta dignità, concordia, ordine, coraggio e risolutezza vi alberghi; e la conseguenza sarà non solo il ritiro dell’armi francesi, ma forse anche un pronto riconoscimento. Questo fatto produce di già sì buoni effetti, che i boni del tesoro i quali si cambiavano al 35 e 40 per cento, oggi si cambiano al 16.

» Tolto il fastidio dei Francesi, batteremo fino all’esterminio i Napoletani. Coi Tedeschi poi faremo altri conti.

» Io ve l’ho scritto sempre; ero tranquillo sul destino della nostra Repubblica, e godo nel vedere che non m’illudeva. Coraggio e avanti.

» Roma 15 maggio 1849.

» Affezionatissimo figlio
» Cesare Agostini»1



Ma lasciamo in pace l’Agostini e le sue immaginarie beatitudini; sit tibi terra levis. Poniam da parte i canti selvaggi del Mastrella, le pasquinate del Cernuschi (spinte fino al punto di volerci provare che le bombe erano giocarelli trattabilissimi e quasi innocui), i bandi

  1. Vedi Documenti, n. 64, vol. IX.