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» Garibaldi ha battuto i Napoletani. Prese tre cannoni. Morti, feriti e prigionieri in proporzione. Il nemico è confuso e si sbanda. Quel re che dal 15 maggio non era uscito di casa per paura de’ suoi fedelissimi sudditi, penserà ora a riattaccarsi nella sua reggia insanguinata.

» Un altro nemico, Oudinot, ritorna oggi a scrostare le nostre mura. Spiritoso ripiego per sciogliere il debito di riconoscenza contratto dalla Francia col dono e col bacio de’ prigionieri. Sì, ingrati! La vostra ingratitudine raddoppierà oggi il nostro valore e la nostra gloria.

» Roma 10 maggio 1849.

» I Rappresentanti del popolo
» Enrico Cernuschi
» Vincenzo Caldesi
» Vincenzo Cattabeni1



Questo proclama ci chiama a parlare dello scontro di Garibaldi con le truppe napolitane.

Il Garibaldi vincitore dei Francesi, volle fare una scorreria contro i Napolitani. Partì da Roma la notte del 4 alla testa di una brigata di duemilacinquecento uomini per la porta del Popolo. La mattina del 5 era a Tivoli, il 6 passò a Palestrina e l’occupò.

I Napolitani vedendo minacciato il loro fianco destro, mossero il 9 con sei mila uomini per attaccare Palestrina.

Erano col Garibaldi anche i legionari lombardi del Manara e due compagnie degli esuli: si attaccarono accanitamente i contendenti, ma dopo breve zuffa i Napolitani diedersi alla fuga, e vuolsi che perdessero tre pezzi di cannone. Così almeno si stampò.2


  1. Vedi Monitore dell’11 maggio, pag. 446.
  2. Vedi il bollettino sottoscritto dal Daverio nel Monitore del 10, pag. 441. — Vedi lo stesso Monitore, pag. 443.