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della rivoluzione di roma | 447 |
Tale avvenimento provocò il richiamo alla memoria delle glorie avite, e degli esempi memorandi di quelle magnanime gesta che fecer di Roma e dei Romani la prima nazione del mondo: e vuoi o non vuoi anche le donne plebee sentivansi fatte eroine; sicchè per improvviso sbalzo le gelide divenner tiepide, le tiepide calde, e le già riscaldate ardenti. In molti giovani poi l’insperato successo portò lo spirito in sul limitare del delirio, e la dea ragione scompigliata e confusa abbandonò di repente la rediviva Roma repubblicana.
Che anzi si disse e si sostenne da molti, non avere i republicani saputo trarre tutto il partito che avrebber potuto da un sì favorevole evento, imperocchè ridotti i Francesi nella inesorabile necessità di volger le spalle al nemico che disse loro non si entra, sarebbe 9tato opportuno gl’inseguirli, c profittare dello sbigottimento e dello scompiglio per tagliar loro la ritirata. Vuolsi perfino che il ministro Avezzana proponesse questo partito al Mazzini, ma che egli vi si opponesse, sia che temesse la seconda edizione non avesse a riuscir nitida come la prima, sia che risparmiar volesse alla Francia l’onta di una completa disfatta, speranzato sempre dalle promesse di Ledru-Rollin e de’ suoi partigiani.
L’indomani del 30 non ostante l’eroe di Monte Video avventurar volea la sorte delle battaglie, attaccando con una mano di prodi l’oste nemica ne’ suoi alloggiamenti, ma trovolla partita, e raggiunsela verso Malagrotta. Colà soffermatosi preparavasi a battaglia, quando un ufficiale a cavallo si avanzò per la strada maestra, desideroso di parlamentare col Garibaldi. Era un messo del generale Oudinot. Protestò sulle leali intenzioni del suo superiore, e per somministrarne una prova, restituiva il padre Ugo Bassi, fatto prigioniero il giorno antecedente. Giungevano in pari tempo ordini da Roma per retrocedere, e il Garibaldi obbedendo vi si avviò.1 Di cotal guisa il fatto