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CAPITOLO XIV.


[Anno 1849]


Cose accadute in Roma dal 1 al 15 maggio 1849. — Effetti dello scacco francese del 30 di aprile. — I Francesi non pensano a riattaccare Roma, ma attendono rinforzi. — Rapporto del generale Oudinot. — Orrori in Roma. — I preti uccisi in san Calisto. — Disordini a santa Croce in Gerusalemme. — Campagnuoli presi per Gesuiti e massacrati. — Carrozze dei cardinali distrutte. — Requisizioni arbitrarie. — Atti del governo, per frenare i disordini. — I Napolitani si mostrano verso Albano. — Allarme del governo romano. — Alcuni foraggiatori presi per combattenti per isbaglio del telegrafo. — I prigionieri francesi sottoposti ad esame dal Paradisi, e quindi con apparato festevole rilasciati. — Arrivo e sequestro di armi in Civitavecchia. — Atti della commissione delle barricato. — Scontro di Garibaldi coi Napolitani in Palestrina. — Canti rivoluzionari in Roma — Scoppio della mina. — Lettera dell’Agostini al padre. — Disposizioni governative. — Devastazioni in Roma e nel suburbio. — Gii Spagnuoli a Fiumicino. — Loro proclama ridicolo. — La repubblica attaccata da tutte le parti, dai Napolitani, Spagnuoli, Francesi o Austriaci. — I sanfedisti in Ascoli sotto il prete Taliani. — Difensori di Roma. — Qnanli alla metà di maggio. — Fiducia dei Mazzini nella prossima rivoluzione di Francia, e negli insorti Ungheresi. — Manilesto alle potenze di Europa. — Compilazione delle adesioni al regime repubblicano, o Protocollo della Repubblica Romana. — Lettera di Napoleone al generale Oudinot. — Promessa di rinforzi. — Arrivo del Lesseps come inviato straordinario della repubblica francese.


Respinti i Galli dai difensori di Roma (nè vi fu al certo scarsezza di coraggio e di valore nel farlo) la temperie degli spiriti ascese al più alto grado di esaltazione. Vantavansi i Romani di aver respinto l’orgoglioso assalitore, e di avere mostrato al mondo che la razza dei Camilli non era ancor spenta.