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della rivoluzione di roma | 441 |
» Mentre in tal modo si combatteva a San Pancrazio altri attacchi erano diretti ai giardini del Vaticano, e lungo tutta la linea da Porta Cavalleggieri sino a Santa Marta, dove il nemico si sforzava con tutti i mezzi di smontare le nostre artiglierie, e dove diede due furiosi assalti, respinti valorosamente dalla Brigata Masi e dalla civica mobilizzata, soccorsi in tempo dai bravi ed ardenti carabinieri. In tutti questi punti i nostri sostennero con mirabile fermezza e sangue freddo Furto dei nemici, e combattendo col valore di vecchi soldati V obbligarono ad una ritirata precipitosa. Merita in tale incontro speciale commemorazione l’Artiglieria nazionale sotto gli ordini del Tenente Colonnello Calandrelli, che vi perdè due distinti uffiziali oltre i feriti, non che l’Artiglieria civica che gareggiò con la prima in zelo ed ardore.
» Respinti così da tutta la linea i Francesi si ritrassero da prima a Brevetta, a tre miglia dalla città, donde dopo breve sosta continuarono la loro ritirata verso Castel di Guido, da cui non par dubbio che debbano guadagnar presto Civitavecchia.
» Questo fatto di armi, che consolida meravigliosamente la fondazione della nostra Repubblica, durò circa 7 ore, come quello che cominciato alle 10 antimeridiane finiva alle 5 pomeridiane, non comprendendo come parte della mischia le piccole scaramucce che si protrassero sino a sera tra i nostri ardenti soldati e le bande nemiche incalzate senza posa. — Dietro i dati raccolti, e le deposizioni degli stessi prigionieri, pare che il nemico abbia perduto oltre millecinquecento uomini tre morti, feriti e prigionieri. — Da parte nostra non abbiamo a deplorare che cinquanta morti e duecento feriti, fra i quali molti uffiziali subalterni, e superiori.
» Noi non abbiamo che un sentimento di ammirazione ed una parola d’elogio uguali per tutti, uffiziali, soldati, e popolo, che presero parte al combattimento del