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Rimasero feriti.

Il capitano Pifferi
Il tenente Belli
li cadetto Mencarino
Il maresciallo Ottaviano.1

Oltre questi furonvi altri morti e feriti.

Ebbero i Francesi molti morti e feriti, non che dugentosessanta prigionieri. La loro perdita in tutto si calcolò ad un migliaio di uomini.2

Ciò che abbiamo narrato è il complesso dei fatti meglio verificati, e riportati da chi ne ha scritto prima di noi la storia, corroborati dalle nostre informazioni orali, e dalle nostre memorie particolari. Pur tuttavia vogliamo riportare per intiero la relazione che ne dette il governo romano, non già perchè diversifichi dall’esposto, ma perchè la relazione che in Roma e fuori andò sotto gli occhi di tutti allora, e prima che fosser pubblicate le storie che citiamo, è documento importantissimo, stante la influenza che esercitò sulla pubblica opinione. Estragghiamo la detta relazione dal Monitore nella sua parte officiale.3

«Il triumvirato, sul ragguaglio somministrato dal Ministro della guerra, cittadino Generale Avezzana, pubblica il seguente rapporto:


» Ragguaglio sul fatto d’armi

» del giorno 30 aprile.


» Il tempo necessario per raccogliere dai diversi capi militari i particolari relativi al fatto d’armi dei 30 aprile, con che i Francesi vennero respinti dalle mura di Roma, ci ha impedito finora di mettere fuori una relazione ca-

  1. Vedi Torre, vol. II, pag. 28 e seguenti.
  2. Vedi Sommario storico ec. vol. II, pag. 186. — Vedi Farini, vol. IV, pag. 17. — Vedi Précis historique et militaire de l’expédition française. Marseille, 1849, pag. 23, nel vol. LXII delle Miscellanee, n. 3 — Vedi Miraglia, Storia della rivoluzione romana, pag. 176. — Vedi Rusconi, La repubblica romana, ec. vol. II, pag. 27 e seguenti.
  3. Vedi il Monitore, n. 92, pag, 419.