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reazione discoperto e sventato dal governo, non avrebbe dovuto giammai compromettersi coll’intervenire ad una riunione armata il cui scopo quello si era di fare atto di adesione alla repubblica. Questo incidente rimase occulto e misterioso. Il giornalismo non ne parlò affatto.

In detto giorno ebbe luogo altresì la rivista della truppa di linea sulla piazza di san Pietro.1

E mentre i Francesi col loro sbarco a Civitavecchia apparecchiavansi ad assalire Roma, il battaglione lombardo vi giungeva, secondo il Vaillant, il giorno 28.2 La Speranza dell’epoca però registrò detto arrivo sotto il giorno 29,3 e così fu, come ci racconta il conte Dandolo che ci dette la storia della legione lombarda.4

Reputiamo interessantissimo il racconto che fa il Dandolo della venuta in Roma della legione, tanto per l’intelligenza della storia, quanto per far conoscere i sentimenti che animavano quell’onorato corpo militare. Eccolo:


«CAPITOLO III.


» Roma.


» Qual avvenire ci si preparava entrando nello Stato romano? Noi non sapevamo affatto immaginarlo. Della spedizione francese non avevamo ancora notizia sicura, e certo nessuno di noi sapeva allora prevedere quel miserando conflitto che poi ha fatto meravigliare i più accorti. I più fra noi avevano pochissima simpatia per quel governo alla cui testa era Mazzini, e motivi tutt’altro che politici ci avevano indotti ad abbandonare il Pie-

  1. Vedi il Monitore, pag. 392.
  2. Vedi l’opera del generale Vaillant, intitolata: Le Siege de Rome, en 1849, par l’armée française ec. Paris, 1851 pag. 6.
  3. Vedi la Speranza dell’epoca, n. 90.
  4. Vedi Dandolo, I volontari ed i bersaglieri lombardi ec., pag. 166.