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Questo biglietto fa onore al Mazzini, perchè con esso respinse il consiglio di organizzare il terrore in Roma. È vero ch’egli potrebbe non averlo adottato, perchè non credutolo necessario, quasi fra sè dicesse: a che una misura siffatta? I partigiani della repubblica mi sostengono, i clericali non mi avversano. Tutto il potere è in me riconcentrato. Perchè adottare una misura odiosa, tirannica, e che porgerebbe un arma a due tagli nelle mani dei nostri nemici? Può darsi, ripeto, che dicesse così. Può darsi che fosse sinceramente ripugnante a questo tirannico espediente. Ma è un fatto che contrastò alla proposta di organizzare il terrore, e quindi la imparzialità storica c’impone il dovere di tributargliene lode.

Ma se si ebbe la forza di opporsi alla organizzazione del terrore, non si ebbe quella d’impedire atti nefandi e barbari che vennero a contristare tutti gli animi onesti. Dovremo pur troppo raccontare siccome il giorno seguente 29 di aprile venisse fatta una requisizione violenta delle carrozze di alcuni cardinali, ed in ispecie di quelle degli eminentissimi Della Genga e Vannicelli, le quali furono distrutte, dell’eminentissimo Gazzoli che vennero distrutte egualmente, e dell’eminentissimo Brignole che vennero riscattate mediante lo sborso di scudi mille quattrocento.1

E in detto giorno veniva barbaramente ucciso dagli uomini del capo dei finanzieri Zambianchi, il sacerdote don Massimo Colautti sulla piazza di santa Maria in Trastevere. Chi si sente voglia di conoscere i particolari di questo atto nefando, lo cerchi nel ristretto del processo dei finanzieri,2 e legga pure ciò che in proposito delle uccisioni in san Calisto saremo per dire nel capitolo seguente.


  1. Vedi il Ristretto del processo sulle carrozze dei cardinali, pag. 10, 67, 170, 176. — Vedi la Speranza dell’epoca, n. 90.
  2. Vedi il Ristretto del processo dei finanzieri pei fatti di san Calisto, pag. 5 e seg.