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Ed in seguito di ciò il triumvirato emetteva il 27 un proclama diretto ai Romani, col quale si prometteva di fare resistenza.1

Emettevasi un proclama dal generale Sturbinetti e dalla magistratura ai Romani col quale lodavansi per la loro condotta e si esortavano a perseverare.2 Sembra poi che se ne vollero inviare delle copie all’armata francese, perchè furon tirati degli esemplari in quella lingua, uno dei quali trovasi nella nostra raccolta.3

Un indirizzo poi compilato in comune dal municipio, dalla guardia nazionale, e dal comitato dei circoli, inviavasi la mattina del 27 a Civitavecchia;4altro in lingua francese diretto al corpo spedizionario di quella nazione pubblicavasi il giorno 28, e noi lo riportiamo in Sommario.5

Tutti questi indirizzi e proclami di tutti i formati, non escluso taluno quasi impercettibile, che nel gallico idioma trovansi stampati (mentre i Francesi eran sul punto di assalire Roma), ci sembrano provare due cose.

La prima che si fece di tutto per subornare l’armata francese, e sedurre individualmente quelli che ne facevan parte onde non combattessero contro i così detti Romani.

La seconda che, non ostante ciò, il rigore e la severa disciplina di quelle soldatesche, insieme col punto di onore che le tiene strette alla propria bandiera, prevalser costantemente in guisa, che la lor fedeltà mai non venne contaminata, come abbiamo le tante volte detto e ripetuto. Ma ciò che reputiamo esser cosa di gravissimo momento, fu il cambiamento del comando militare trasferito quasi interamente nelle mani degli esteri, Francesi, Ungaresi, Polacchi, Austriaci, Prussiani, Liguri, Lombardi e Napoletani colati in

  1. Vedi Monitore del 27, pag. 383.
  2. Vedi detto del 27, pag. 383. - - Vedi Documenti, vol. IX, n. 40.
  3. Vedi fra i Documenti, vol. IX, n. 42. — Vedi il Sommario, sotto il n. 87.
  4. Vedi la Pallade, n. 532, pag. 2.
  5. Vedi il Sommario, n. 88.