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sorella l’altra, quantunque la così chiamata sembrava non riconoscer la parentela) sventolarono insieme; e di tal guisa almeno sopra un’asta comune di legno figurò per qualche giorno la contrastata connessione di famiglia.

Lasciando per ora Civitavecchia, riportiamoci a Roma e vediamo che cosa in essa accadesse in quei momenti importantissimi.

Oltre alla grida del triumvirato colla quale informavansi i Romani del minacciato sbarco dei Francesi, ed alla protesta dell’assemblea decretata in seduta pubblica, di cui già abbiamo parlato, i membri del comitato francese residente in Roma emettevano il seguente proclama ai cittadini francesi che parimenti in Roma risiedevano, il quale si esprimeva così:

«Dei rumori strani circolano in Roma. Violando apertemente la Costituzione, calpestando i diritti dei popoli, facendo in fine dei soldati della libertà i sostegni del dispotismo, il governo della Repubblica francese interviene negli affari di Roma.

» In presenza degli avvenimenti che potrebbero sorgere da questa intervenzione impopolare, egli è dovere dei cittadini francesi di riunirsi, per decidere quale deve essere la loro prossima condotta.

» Un comitato eretto ad urgenza vi convoca dunque per oggi a cinque ore di sera al Caffè Nuovo.

» Confidando nel vostro patriottismo, noi speriamo, cittadini, che voi risponderete tutti al nostro appello.

» Viva la Repubblica romana.

» Roma, 25 aprile 1849.


      » I Membri del comitato provvisorio
» Terral » Morton Frères
» Pilhes » Avesme (Avenne?)
» Laviron » H. Besson1


  1. Vedi Pallade, n. 530.