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di cose, e prefigger loro cautela e simulazione. Oltre la polizia vigilantissima, eranvi i circoli politici equivalenti ad altrettante succursali della medesima. Ma oltre la polizia ed i circoli, eranvi pure il comitato dei circoli e quello di sorveglianza pubblica.

Or bene questi due comitati il 19 di aprile si fusero in uno sotto il titolo di Comitato dei circoli romani di pubblica sorveglianza, e con un foglio stampato che si diffuse al pubblico fecesi conoscere la nuova trasformazione: e così servì ad un tempo di avviso e di minaccia.

Fu sottoscritto il detto atto dai seguenti:

P. 8terbini presidente
G. B. Niccolini vice presidente
G. B. Luciani segretari1
G. B. Polidori
C. de Poveda

Lasciamo che i nostri lettori giudichino da per loro se con una sorveglianza di questa guisa organizzata, la parola libertà fosse per gli onesti cittadini una verità, oppure una derisione e uno scherno.

Ed in comprova di ciò citeremo subito un esempio, che ci si presentò il giorno seguente. Avendo, come dicemmo nel precedente capitolo, il Costituzionale romano insinuato, mediante un articolo intitolato Scandali in Roma (nel suo numero del 9 aprile), che la illuminazione della sera del venerdì santo nella chiesa di san Pietro erasi convertita in una profanazione scandalosa, il circolo popolare cui era sommamente a cuore che il mondo non venisse scandalizzato da questa accusa calunniosa, domandò ed ottenne dal governo la soppressione del surriferito giornale. Proseguì esso a pubblicarsi fino al giorno 25 aprile e poi si tacque.


  1. Vedi Documenti, vol. IX, n. 20.