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380 | storia |
prova di quanto noi avevamo accennato, dello essere cioè passati nelle sue mani i fondi consegnati al Ciccarelli.
Fra le disposizioni relative a materie di finanza troviamo che oltre a quella sulla dativa, annunciata sotto il giorno 16, decretavasi il 17 la emissione di 200 mila scudi di moneta erosa in pezzi da 16 e da 40 baiocchi colla proporzione di 4/10 del valor nominale;1 e con altro decreto del giorno stesso autorizzavasi la banca romana ad omettere altri 200 mila scudi di biglietti a corso coattivo come gli altri già in circolazione, e darli al governo contro tanto consolidato al portatore, che le si cederebbe al corso dell’81 per cento.2 E finalmente con altro decreto del 19 autorizzavansi le zecche di Roma e di Bologna ad acquistare oro e argento per coniar moneta col premio del 10 per cento.3
Alle beatitudini delle provincie già da noi indicate nel capitolo precedente, sono da aggiungere ancor queste. Il vescovo di Camerino ed il suo vicario furono costretti di fuggire dalla diocesi, ed al vicario erasi tirata una schioppettata.4
E in Roma tra il 18 e il 19 nuovi insulti e percosse si ebbe il curato di san Giovanni in Laterano, mentre trovavasi rifuggito in casa Werstappen alle sette Sale vicino a san Pietro in Vinculis, da una turba di civici e tiragliori condotti da Ciceruacchio padre e figlio.5
Fu poi soggetto di soddisfazione pel governo romano lo essere riconosciuto da quello di Sicilia; ciò che veniva annunciato dal Monitore del 19, aggiungendo che il padre Gioacchino Ventura era stato nominato rappresentante di quel governo presso il romano.6