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vita italiana si concentra in Roma. Sia Roma il core d’Italia. Si susciti a generosi pensieri, a forti fatti degni dei padri. Da Roma, colla virtù dell’esempio, rifluirà la vita alle membra sparte della grande famiglia italiana. E il nome di Roma, della Roma del Popolo, della Roma repubblicana, sarà benedetto in Italia e lungamente glorioso in Europa.

»Ai Lombardi, ai Genovesi, ai Toscani, a quanti ci sono fratelli di patria e di fede, Roma apre braccia di madre. Gli armati troveranno qui un campo italiano, gli inermi, italiana ospitalità.» 1

Niuno contesterà dopo di ciò che con un appello di questa natura, e colla favorevole disposizione che già doveva esistere in tutti i repubblicani di riconcentrarsi in Roma, divenisse ella difatti il ritrovo ed il quartier generale di tutti quegli esaltati che esercitarono una pressura tirannica sulla città eterna, e provocaron quella resistenza che figurò come romana, ma che fu essenzialmente cosmopolitica. Basta il buon senso per convenirne. Quanti e quali furono tanti uomini, oscuri per la massima parte, che vi convennero, niuno potrà calcolarlo. Dei più cogniti e chiari parleremo man mano. Solo diremo che incominciò a divenire da quel momento, stante la differenza degli accenti che udivansi, una vera torre di Babele.

Partito da Roma il Manzoni ministro delle finanze, si formò una commissione di finanza ch’era composta dei cittadini Valentini, Costabili, e Brambilla, e questa commissione prescriveva il giorno 16 alcune norme relative al pagamento della dativa. 2

E nominavansi:

L'avvocato Giuseppe Petroni a sostituto nel ministero di grazia e giustizia.


  1. Vedi il Monitore del 15 aprile, pag. 331.
  2. Vedi detto del 18, pag. 345.