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con somma intelligenza in un genere di massimo profitto pel popolo; principia la Repubblica dal genere che Dio ha prodigato come l’acqua come l’aria all’uomo ed i tiranni ne volevano un prezzo.

» Ho taciuto fin qui; in questo momento che leggo la legge riprendo la penna per gridare: Viva la Repubblica.

«Filippo Paradisi qu. Tiberio.»1


Con notificazione poi del 16 aprile firmata dal triumviro Armellini pel ministro delle finanze, l’amministrazione del sale veniva concentrata nella direzione delle dogane, e nomina vasi una commissione, di cui eran membri un Lucas, un Gommi, un Thomasy, incaricata di presentare senza ritardo le ulteriori disposizioni per la completa esecuzione del decreto del 15.2

Con tutte queste belle disposizioni però che cosa accadde in vece? Accadde che tutti coloro i quali potevan disporre di due o tre scudi acquistaronsi due o trecento libbre di sale; mentre alle moltitudini bisognosissime, che raramente fanno uso di carni e alle quali una libbra di sale bastava per lo meno una o due settimane, il pagare un baiocco in luogo di tre ogni dieci o quindici giorni era un ben tenue sollievo, perchè equivaleva ad un alleggerimento insensibile di un quattrino o meno al giorno. Il basso popolo dunque non ne fruì affatto, e solo i più agiati ne profittarono. Tanto è ciò vero, che il sale in pochi giorni era sparito da’ magazzini degli spacciatori, e si dovette adottare il temperamento di non vendere più di dieci libbre di saletta a persona, e qualche giorno dopo la vendita venne sospesa del tutto.3

Che poi lo spaccio del sale nei mesi in cui vigeva l’abbassamento del prezzo fosse estesissimo si desume dal mi-

  1. Vedi Documenti, vol. IX, n. 19 A.
  2. Vedi il Monitore del 17, pag. 340.
  3. Vedi detto del 23, pag. 366.