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e nel sortirne disse generose parole di ringraziamento.»1 Le dette parole posson leggersi nella Italia del popolo.2

La Pallade del 14 inoltre, nel raccontarci i casi di Genova, ci diceva quanto appresso:

«Genova è nelle mani delle truppe del re, le quali entrarono per capitolazione col municipio di quella città. Le condizioni sono: conservazione della guardia nazionale, e amnistia generale, esclusi Avezzana, Reta, Morchio, Cambiaso, Campanella, Gianuè, Borzini, Pellegrini, Albertini, Farina, Niccolò Accame, a cui si dà tempo per ritirarsi.» E quindi soggiunge:

«Tutti questi individui sono diretti per Civitavecchia e Roma sul vapore da guerra americano Alleghnay3

Un soccorso di cinquecento individui determinati per sostenere un principio con dodici capi per comandarli, non ci sembra piccola cosa per Roma. Ma questo non è che l’antiguardo; il di più verrà in seguito.

Egli è fra i temperamenti che soglionsi adottare dai governi che vogliono amicarsi il popolo, quello di abbassare tasse e balzelli, e quello precipuamente di diminuire il prezzo del sale e di scemare o abolire del tutto la tassa sul macinato. Noi senza discutere se operino bene o male così facendo codesti governi, diremo che col menomare qualche cespite di rendita pubblica, vengono essi posti nella necessità di accrescere altre tasse o balzelli per sopperire alle spese, e così per esonerare una classe ne colpiscono un’altra. Certamente che fra la classe aggravata e quella esonerata, siamo ancor noi favorevoli al principio che la classe misera e bisognosa venga, per quanto è possibile, protetta ed alleggerita dai pubblici gravami. Avvi però dei casi in cui il

  1. Vedi la Pallade del 17, n. 523. — Vedi il ritratto del generale Avezzana fra le Stampe e litografa il 78 A.
  2. Vedi l’Italia del popolo del 16 aprile n. 3.
  3. Vedi la Pallade, n. 521, pag. 3.