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Essendo stata soppressa la cattedra di teologia e diritto canonico fin dal giorno 12 nella università, comparve una protesta per parte del collegio teologico sotto la data del 14.1

Lo stesso giorno 14 menò gran rumore un atto dell’assemblea costituente romana, col quale dichiarava che la Repubblica romana asilo e propugnacolo della italiana libertà, non cederà nè transigerà giammai, e che i Rappresentanti ed i Triumviri giuravano in some di Dio e del Popolo, che la Patria sarebbe salva.2

Coerenti alle nostre promesse, incominceremo a porre in evidenza il nostro asserto che Roma era fatta nido e ritrovo di repubblicanismo cosmopolitico, ed a narrare quindi quei soccorsi che d’ogni parte le venivano onde resistere all’imminente intervento cattolico. Egli era con ciò che comparir facevasi come resistenza romana quella che era resisteaza precipuamente di persone affluite da tutte le parti d’Europa.

Abbiamo accennato che la insurrezione repubblicana di Genova era stata sedata, e che la città aveva capitolato il 10. Ora possiamo aggiungere che il 15 giungeva in Roma il generale Avezzana che fu a capo della medesima, e con esso cinquecento Genovesi in aiuto della repubblica romana.

Riporteremo il testo dei giornali che ne parlarono.

L'Italia del popolo di Mazzini del 16 dice: «Il generale Avezzana che fino all’estremo ha difeso in Genova l’onore italiano è giunto oggi in Roma; cinquecento Genovesi sono arrivati a Civitavecchia e vengono a difendere in Roma la causa repubblicana.»3

Lo Pallade del 17 riporta quanto appresso:

«È fra noi il bravo generale Avezzana venuto l’altro ieri. Ieri sera fu festeggiato nel Caffè nuovo: nell’entrare

  1. Vedi il Costituzionale, del 20.
  2. Vedi Monitore del 15, Documenti, vol. IX, n. 16.
  3. Vedi L’Italia del popolo del 16 aprile n. 2, pag. 1.