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» Cosi intendiamo il noatro mandato. Coai aperiamo che tuttti i cittadini lo intenderanno a poco a poco con noi. Noi non siamo governo d’un Partito; ma governo della nazione. La nazione è repubblicana.»

Promettevansi in fine economia negl’impieghi, ordine e severità di verificazioni nella sfera finanziaria, non guerra di classi, poche e caute leggi, forza e disciplina di esercito regolare ec.

Tutte queste belle cose si promettevano. Quanto allo averle mantenute troveremmo le nostre difficoltà, poiché libertà non si ebbe, non si ebbe securtà personale, e se si ebbe, fu a prezzo di silenzio forzato, di sofferenza, di rassegnazione. Gl’impieghi, lungi dall’esser diminuiti, vennero accresciuti, e lo sperpero del denaro pubblico fu palese a tutti; nè è da meravigliarsene molto, perchè null’altro costava che un po’ di carta solcata da vernice nera. Quanto alle leggi non solo non furon poche, ma tante in quattro mesi, quante appena in un secolo potrebbero promulgarsi.

Si diceva nel programma non guerra di classi ma più di quella che fecesi ai nobili e al clero, quale altra mai si vide più acerba e crudele? I nobili preser quindi quasi tutti la fuga, e gli ecclesiastici dismisero l’abito per assumer quello laicale. Avrebbero essi ciò fatto se si fosser lasciati in pace e securtà?

Ciò quanto a Roma. Ma nelle provincie si stava ancor peggio, e proveremo che esse versavano in uno stato orribile a dirsi, e dovrem pure per debito di storici enumerarne i oasi lacrimevoli e funesti.

In Ancona erasi formata quella lega esecranda di accoltellatori che per ispirito di parte tante vittime immolò alla sua ferocia brutale.

Altra lega sanguinaria erasi formata in Jesi, ed altra associazione detta infernale funestò la città di Sinigallia patria del pontefice.

Della lega jesina esiste un regolare processo che venne stampato, e che può vedersi nella nostra raccolta. nota


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  1. Vedi il volume in-4 intitolato: Processo — Jesina, lega sanguinaria.