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piere.»1 Ciò è quanto ci venne dalla Toscana: veniamo ora agli stati della Chiesa.

Ancona era in allora una città assai calda e vogliosa di politici mutamenti, ed i suoi circoli anconitano e popolare sovrastavano agli altri per estensione di rapporti, e per l’influenza che esercitavan sugli altri circoli. Ed essi furono solleciti d’inviare i loro eccitamenti al ministero romano colle parole seguenti:

«Or bene noi vogliamo valerci del presente ministero come di base e di punto d’appoggio alla novella rappresentanza. Noi a lui ci dirigiamo perchè senta il dovere di convocare all’istante un’Assemblea generale con voto universale del popolo. Assemblea che riunirà il senno e la forza del paese, e intorno alla quale si stringeranno tutte le membra onde cooperare insieme agli urgenti bisogni.» 2

Ed il circolo nazionale di Forlì con indirizzo del 3 decembre calde parole nello stesso senso dirigeva ai ministri ed ai componenti i Consigli legislativi dello stato. 3 E quello popolare di Roma con indirizzo del 6 raccomandava al Consiglio dei deputati la pronta convocazione della Costituente.4

Ed i circoli nazionale e popolare bolognesi con indirizzo dell’8 dichiaravano che Bologna aveva disapprovato e deplorato la tragedia del 15 novembre, ma non si era mai staccata da Roma, e la invitava a riunire i rappresentanti della nazione sul Campidoglio. 5

La pressura però che su Roma esercitavasi prese ben altra importanza quando il 13 di decembre tutti i circoli

  1. Vedi nel Sommario n. 45, l’Indirizzo della società patriottica popolare di Pisa, 29 novembre 1848. — Vedilo fra i Documenti al n. 73. vol. VII.
  2. Vedi i Proclami e indirizzi dei cireoli e municipi n. 19. — Vedilo in Sommario n. 46.
  3. Vedi i Proclami e indirizzi dei circoli e municipi n. 20.
  4. Vedi Documenti, n. 89, vol. VII.
  5. Vedi Documenti, n. 97, vol. VII e Sommario, n. 47.