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della rivoluzione di roma | 325 |
plausibile e ragionevole, ne avrebber fatto uno degli uomini più straordinari, e benemeriti del secol nostro. Ma disgraziatamente mentre noi abbiamo bisogno di fondare e ricostruire, era nato il Mazzini col genio di tutto sovvertire e distruggere, e ciò ne sembra essere stato costantemente il suo vitale elemento.
Nacque il Mazzini in Genova, taluni credono nel 1802, altri nel 1806, e studiò prima sotto un savio e dotto sacerdote, quindi nella università.1
Da giovanissimo si fece conoscere per caldo ed abile scrittore nei giornali. Unitosi col Guerrazzi e con La Cecilia fondò in Toscana l'Indicatore livornese giornale di scienze, lettere ed arti. Ma non piacquer gli articoli, e quel triumvirato venne sciolto dalla polizia di Leopoldo.
Tornò in patria, vi fu imprigionato e quindi pati l’esilio.
La rivoluzione del 1830 lo colse in Francia, e colà divisò di fondare in Marsiglia la Giovane Italia, che fu ad un tempo e scuola letteraria e associazione politica.2
Rifugiossi quindi nella Svizzera, e pare che divisasse in Carlo Alberto l’uomo atto a compiere le sue viste sulla unificazione d’Italia. È celebre la lettera che a questo effetto diresse nel 1831 a quel monarca.3
Dopo quel tempo visse sempre scrivendo, ramingando, e cospirando.
Fu accusato di aver trascinato i fratelli Bandiera nella intrapresa che costò ad essi ed a’ loro compagni la vita. Seppe però chiarirsi dall’accusa con uno scritto intitolato: Ricordi dei fratelli Bandiera.4
- ↑ Vedi Civiltà cattolica, anno secondo, vol. IV, pag. 266. Vedi Giulio de Breval, Mazzini giudicato da se stesso e da’ suoi. Firenze 1853, in-12, pagina 19.
- ↑ Vedi Programma della Giovane Italia nella Miscellanee, vol. XLV, n. 1.
- ↑ Vedila nella Collezione completa degli opuscoli liberali ec. Ginevra 1831, vol. II, pag. 81. — Vedi Giuseppe Mazzini, Prose politiche. Firenze 1848, pag. 13.
- ↑ Vedi Miscellanee, vol. XXVI, n. 2.