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ciava, e che il governo era deciso di venire agli estremi rigori. Tanto bastò. Fu nominato un comitato di difesa composto dei seguenti:


Le autorità sono ritirate nei forti. La città è nostra. Domani o ci affratelleremo colla truppa o combatteremo. Noi salveremo l’Italia o moriremo. Viva la repubblica.

«La lettera non merita commento. L’ultimo prestigio è caduto. Il principio monarchico è condannato.

» Trionfino Dio e il popolo che non tradiscono.

» Roma 30 marzo ore 10 di sera.

     I Triumviri
» Carlo Armellini
» Giuseppe Mazzini
» Aurelio Saffi1



Ora che abbiamo narrato in qual modo e per qual motivo venne costituito il triumvirato in Roma, restaci a dire qualche cosa dei membri che lo componevano, salvo dell’Armellini, sul conto del quale riferimmo ciò che ne divulgò la pubblica stampa in Roma, come può leggersi nel capitolo VII di questo terzo volume della nostra storia. Parleremo pertanto degli altri due e prima di tutto del Mazzini.

Non è per altro nostro intendimento di tesserne una biografia per disteso, chè troppo vi sarebbe a dire di quest’uomo singolare per energia, per talenti, e per tenacità di propositi. Che se questi avesse diretti ad uno scopo più

  1. Vedi Documenti, n. 100. — Vedi Monitore del 31. — Vedi Contemporaneo del 1 aprile. — Vedi Pallade, n. 500.