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della rivoluzione di roma | 307 |
ornamenti sieno a noi necessari per essere in tempi di pace un’esca alla curiosità degli stranieri, e quindi tornarne a noi molto vantaggio per la loro venuta.»
Propone più sotto l’abbassamento del prezzo del sale; quindi soggiunge:
«Sieno confiscati i beni a tutti quei possidenti che fuggono, o che nascondono od involano altrimenti il danaro e i detti oggetti, e sieno riguardati quali nemici della patria; e se si prova che il danaro e i menzionati oggetti sottratti giungessero al valore di scudi mille, sieno ancora esiliati dallo stato.
» Sieno però eccettuati da questa straordinaria disposizione tutti quelli che, non essendo obbligati a mantenere alcun parente, non posseggono oltre ai cinquemila scudi; ugualmente si eccettuino coloro che, obbligati a mantenere parenti, non posseggano più di scudi diecimila: ma non sieno da questa legge eccettuati gli usurai, e gl’incettatori di commestibili, che, pei loro ladroneggi, tollerati od ammessi da leggi ingiuste, sono cagione del caro prezzo dei generi di prima necessità. A costoro, tuttochè non fossero possessori di beni immobili, tanto agli uni, che agli altri bisogna togliere tutto il danaro e dar loro beni del clero; e tutti quelli che lo nascondessero, dalla somma di scudi cento in poi, scoperto che ciò sia, si confischi loro ogni cosa, e sieno immediatamente esiliati, e ritornando nello stato furtivamente, sieno impiccati nelle prigioni ec.»
Alla pagina 12 a parla della necessità di mettere in piedi un esercito di sessanta mila uomini per mezzo della coscrizione. Quindi propone l’accusa pubblica, e la creazione di un dittatorato o comitato di salute pubblica composto di dieci individui, come ebbe luogo in Francia per salvar la patria. 1
- ↑ Vedi l’opuscolo del Mastrella fra i Documenti sotto il n. 97, e nel volume VIII delle Miscellanee, n. 16.