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Abbiamo riportato il detto indirizzo per intero per constatare con una confessione officiale tanto il fatto dei disordini accaduti al palazzo Farnese, quanto gli atti che provocò, ed inoltre per sottoporre a’ nostri lettori un documento che giudicammo importante, perchè racchiudeva in un certo modo la professione di fede politica di uno dei capi del partito mazziniano, che pochi giorni dopo si trovò (come uno dei triumviri) alla testa del governo.

Dobbiamo ora dar luogo nelle nostre memorie ad un dispiacente episodio. Nel Positivo del 21 marzo, giornale scritto da monsignor Gazola, ed in quello successivo del 23 si ebbe la impudenza d’insinuare, sulla fede di un Russo, che il santo padre, da giovane, aveva appartenuto alla giovane Italia. Eccitò sensi di sdegno una calunnia così infernale. Il giornale il Costituzionale si fece in avanti e spezzò la sua lancia contro il Positivo negando recisamente il fatto e disfidando il Positivo stesso a produrne le prove. Il che non avendo avuto luogo la calunnia fu manifesta, e mai più non si parlò di questa invereconda e bugiarda asserzione. Ci saremmo astenuti dall’insozzare queste carte col racconto di tale bruttura, cui meglio ci sarebbe piaciuto d’involgere in un oblio sempiterno; ma i giornali ne parlarono, e lo stesso Santo Padre avendovi fatto allusione nella sua allocuzione del 20 aprile del 1849, ci siamo trovati costretti di narrare anche questo vergognoso episodio della nostra storia. 1

Intanto i fatti che occorrevano mostravano ognor più il disordine morale ch’esisteva, e provavano fino all’ultima evidenza che la tanto desiderata, acclamata e vantata libertà era conculcata ed oppressa. L’assemblea era disprezzata apertamente e giudicata peggio che inetta in cosi gravi momenti.


  1. Vedi il Positivo del 21 e del 23 marzo 1849 — Vedi il Costituzionale del 23 e 30 marzo detto — Vedi l’allocuzione pontificia del 20 aprile 1849 nel paragrafo che incomincia: «Alle altre innumerevoli frodi ec.»