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Vedevasi la sera del 15 marzo uscire dal palazzo Valentini quasi di soppiatto una bara, bara poco men che da spedale, senza pompa di ceri, coll’accompagnamento di pochi ecclesiastici che recitavan sommessamente le preci de’ morti, e di pochi famigliari lacrimanti e preganti ancor essi. Avviavasi l’umile corteo alla chiesa di sant’Onofrio sul Gianicolo, ove deponeva il defunto.

E chi era mai codest’uomo? Era il Cardinal Mezzofanti già bibliotecario della Vaticana, prefetto della congregazione degli studi e ministro nel marzo 1848 dell’istruzione pubblica; nato in Bologna il 17 settembre 1774, moriva in Roma il 14 marzo 1849.

Cercato fra i giornali del movimento di quel tempo, che pure eran tanti, alcun ragguaglio sopra quest ’ avvenimento, o qualche notizia biografica sopra un tal personaggio che avea fatto parlare tanto di se, non ci riuscì di rinvenirne.

L’Indicatore del 15 diceva semplicemente: Il cardinale Mezzofanti è morto stanotte circa le 12.1

La Speranza Italiana si limitò a dire: Ieri mori in Roma il cardinale Mezzofanti.2

Il Costituzionale del 16 e del 21 ne parlò più a lungo, ma il Costituzionale non apparteneva al movimento.3

Ci rivolgemmo dipoi alla Civiltà cattolica, ove attingemmo sufficienti notizie sull’oggetto delle nostre investigazioni, ed è sulla scorta di quelle, che darem qualche cenno sul Cardinal Mezzofanti.4

Quest’essere raro (direm favoloso), de’ più singolari che abbiano vissuto al mondo nel giro di tanti secoli, ci ha presentato lo strano, unico, inesplicabile fenomeno di un uomo che conosceva nientemeno che settantotto lingue con tutti gli svariatissimi dialetti. Esso fu per questo lato

  1. Vedi l’Indicatore, anno II, n. 7.
  2. Vedi la Speranza italiana, n. 48,
  3. Vedi il Costituzionale alla pag. 132 e 140.
  4. Vedi la Civiltà cattolica, anno secondo, Vol. VII, pag. 568 e seguenti.