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della nazionalità italiana sotto l’unica forma che ormai la renda possibile, la repubblica.

» Coraggio, fratelli! Già la Toscana è libera, Venezia combatte, la Lombardia freme, il Piemonte si agita, il sangue versato a Napoli sarà vendicato; quanto prima da tutti questi stati emancipati balzerà fuori in tutto il suo splendore l’unità italiana.

» Fino allora, o Romani, vegliate sulla vostra vittoria; non lasciatevene rapire i frutti da nessuna fazione retrograda. Vedete quanto ora succede in Francia: questa lezione non sia perduta per  voi. Coll’energia rivoluzionaria soltanto si salvano le rivoluzioni. Tenete il popolo in armi, pronto sempre a difendere la sua conquista e a fulminare i suoi nemici.

» La Spagna, Napoli e l’Austria si dice che formino un’alleanza sagrilega per soffocare il potere popolare a Roma. Queste voci non possono turbarvi, o cittadini, nell’opera austera della vostra costituzione: i vecchi tiranni esiteranno prima di attaccare i Romani che fondano la propria indipendenza. Se mai l’osassero.... cittadini d’Italia, le simpatie della democrazia francese sono per voi: i suoi volontari, alla vostra chiamata, verrebbero ad aiutarvi per cacciare i barbari. Viva la Repubblica romana! Viva la Repubblica italiana!

I rappresentanti del popolo.

(Seguono le firme dei rappresentanti della Montagna.)1

Lo stesso giorno poi in cui le simpatie dei democratici francesi venivano a confortare i repubblicani romani, il ministero piemontese denunziava la cessazione dell’armistizio al generale Radetzky. 2 Di ciò per altro terremo

  1. Vedi Monitore del 12 marzo, pag. 181. — Vedi la Révolution démocratique et sociale.
  2. Vedi il Contemporaneo del 18, n. 63. — Vedi Miraglia, Storia della rivoluzione romana, pag. 124. — Vedi Monitore del 18 marzo, pagina 206.