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le cui minaccie trovarono un facile esplicamento nella recente spedizione di un’armata russa contro gli Ungheresi, ed in sostegno dell’Austria.

La detta vignetta pertanto era assai significativa, perchè rivelava un voto o desiderio della rivoluzione, voto o desiderio che si avverò completamente pochi anni dopo.

La guerra alla Russia pertanto fu stabilita fin dal 1849 ne 1 segreti conciliaboli della rivoluzione. Il Don Pirlone ne espresse il voto, e questo voto fu sciolto, come tutti sanno, nell’anno 1855. Preghiamo i nostri lettori di non lasciare inosservato questo episodio della nostra storia, poiché esso ci rivela un mistero assai importante.1

L’assemblea romana del 13 decretò la liberazione immediata del barone Sabariani di Benevento, e di trentaquattro suoi compagni di prigionia.

Il Monitore romano nel darne l’annunzio aggiungeva queste parole: «Noi notiamo nell’anarchia, nel sangue: gridano i giornali ufficiali dell’Austria, quelli di Napoli e non pochi del Piemonte. E intanto nella Roma repubblicana, nella Roma dei popolo, le tornate dell’assemblea non furono finora turbate da un grido, il carnevale non fu men brillante del solito, vescovi e monsignori passeggiano imperturbati sul Pincio e nelle vie più frequenti, nessun domicilio, nessuna persona, nessuna libertà fu violata. E pure la Nazione, il Risorgimento, il Dèbats, la Presse, per non nominare gli organi e sott’organi di Napoli e d’Austria, trovano il regno del terrore e dell’anarchia a Roma e non a Milano, a Roma e non a Napoli, a Roma e non altrove.2

Non sapremmo conciliare per verità queste vantate beatitudini col linguaggio che lo stesso ministro Saffi teneva il giorno 5, quando pubblicava un proclama ai cittadini nel quale diceva fra le altre cose:

«I delitti di sangue che, in alcuni punti (per avven-

  1. Vedi il Don Pirlone del 12 marzo 1819, n. 155.
  2. Vedi Monitore del 14.