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Erasi il Zucchi recato antecedentemente in Ferrara, ove giunse il giorno 8, ed era in Bologna il giorno 10. 1 In Ferrara erasi abboccato con quel delegato, in Bologna si pose di concerto all’istante colle primarie autorità. Nella notte del 13 fece il disarmo dei proletari, cosa che riempì di giubilo la città, 2 ed il 16 faceva la solenne rivista della truppa, cooperando così con tutti i modi possibili al ristabilimento dell’ordine in Bologna, mentre in Roma si pugnalava il Rossi, ed il regno del disordine vi s’intronizzava. 3

Avvenuti però i casi di Roma, caduto e disciolto il ministero Rossi di cui anche il Zucchi faceva parte, si trovò esso nella più imbarazzante e terribile posizione, perchè affidatagli la cura di ricomporre a ordine quella importante città e provincia, avrebbe voluto compierla. Invece egli non solo non era più ministro, ma passava sotto il comando del conte Campello, eletto dal circolo popolare, mentre il papa intanto protestava contro il nuovo ministero e contro i suoi atti, fuggiva da Roma, rinnovava le proteste, ed eleggeva da Gaeta una commissione governativa, nella quale entrar doveva per farne parte lo stesso generale Zucchi.

Egli dunque doveva lasciare incompleta la sua missione ritirandosi da Bologna: ed impossibile essendo per un uomo odiato com’egli era dalla rivoluzione di trasferirsi in Roma, gli fu forza di studiare i modi di penetrare nel regno di Napoli conducendosi direttamente a Gaeta per ricevere gli ordini del Santo Padre. Egli ci raccontò un giorno che immense furono le difficoltà, i dispiaceri, ed i pericoli che incontrò per via prima di raggiungere la residenza del pontefice, di che lice sperare che noi conosceremo un giorno le particolarità dalle memorie cui proponevasi di lasciare.

Con tutto ciò la condizione di Bologna era nel complesso migliore di quella di Roma. Le persone autorevoli

  1. Vedi la Gazzetta di Bologna dell’11 novembre.
  2. Vedi la Gazzetta di Bologna del 14 novembre.
  3. Vedi il Costituzionale del 20 novembre.