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gione, fra papato e nazionalità italiana; quel Gioberti che venne dichiarato cittadino romano, nel cui nome si converti quella via che chiamavasi Borgognona, e che venne eletto presidente onorario del circolo popolare; quello stesso Gioberti fu il 2 marzo dell’anno seguente dallo stesso circolo popolare esecrato e maledetto, ebbe radiato ignominiosamente il suo nome dall’albo del circolo, ed infine intriso di fango il medesimo suo nome nella strada che lo assunse, restituendo a questa l’antica denominazione di via Borgognona.

Ecco il decreto del circolo:

«Il circolo popolare nazionale, componente una delle più democratiche associazioni del popolo sovrano, e’è radunato in piena assemblea la sera del 1 corrente marzo per dichiarare alla presenza di Dio e degli uomini. — Che esso ripugna alla politica vile e liberticida dell’abate Vincenzo Gioberti. — Che cancella eternamente il suo nome dal grado di presidente e di socio onorario, a cui lo assunse un sentimento tradito di buona fede italiana — E sopra il capo dell’empio che armava le braccia alla guerra fraterna scaglia col cuore fremente la maledizione e la infamia.»1

Anche il circolo de’ commercianti, secondo l’Epoca, aveva decretato alla unanimità di suffragi fin dalla sera del 28 febbraio che il nome dell’abate Gioberti venisse radiato dall’albo de’ suoi soci onorari.2

Il decreto del circolo popolare ci sembra un capo lavoro d’esagerazione e di fanatismo. Lo tramandiamo ai posteri affinchè leggendolo se ne giovino per inferirne, che senza la unione che tanto si predica, non vi è forza che valga, e che esempi di tal fatta provano incontrastabilmente che gl’italiani, se fossero abbandonati alla fervida loro immaginazione, finirebbero col dilaniarsi barbara-

  1. Vedi la Pallade, n. 486. — Vedi l’Epoca del 3 marzo, pag, 1136.
  2. Vedi l'Epoca, pag. 1132.