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CAPITOLO IX.


[Anno 1849]


Cose occorse nella prima quindicina di marzo 1849. — Incuria dei repubblicani per la guerra d’Italia, in odio del governo piemontese. — Gioberti esecrato e maledetto dal circolo popolare, ed il suo nome ignominiosamente cancellato dall’albo del circolo. — Decreti numerosi. — Il Guiccioli ministro delle finanze accusato di negligenza. — Accusato pur anco quel del commercio, Sterbini. — Rinunziano entrambi. — Nuovo ministero. — La unificazione di Roma con Toscana andata a vuoto. — I giardini Quirinale e Vaticano aperti al popolo sovrano. — Esso abusatone, si chiudono di nuovo. — Disordini alla chiesa di san Filippo Neri per le campane. — Lettera del Farini contro la legge di adesione alla repubblica. — Vignetta del Don Pirlone preludente alla guerra di Turchia, Francia e Inghilterra contro la Russia, in epoca posteriore. — Inconvenienti in Roma. — Pubblicazione dell’indirizzo dei montagnardi francesi in lode dei Romani. — Caricature del Don Pirlone contro Carlo Alberto. — Sangiorgi e Galanti imputati nella pretesa congiura del luglio 1847, vengono assoluti dai repubblicani. — Protesta del Galanti. — Morte del Cardinal Mezzofante, e cenni biografici sul medesimo.


La romana repubblica che ad onta della riprovazione di tutto il mondo civile proseguiva animosa nell’intrapreso cammino, entrava nel mese di marzo, mese per lei infausto: perocchè fu in esso che la seconda guerra si ruppe fra Piemontesi ed Austriaci, e la vittoria di questi ultimi, collo avere ingelosito i Francesi, determinò la spedizione di Roma la quale oltre l’interesse cattolico ebbe pur quello di paralizzare l’influenza austriaca in Italia. Almeno così si disse, e buon nerbo di ragioni si associa per farci credere che così fosse.