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Rusconi, in data del 26, e diretto al ministro degli affari esteri nel regno di Napoli. Gravavasi con esso dell’avvicinamento al confine degli stati romani delle truppe napoletane e dell’ingresso di un centinaio di soldati appartenenti a quell’armata nei detti stati.1

Tra le cose meritevoli di nota accadute nella seconda quindicina di febbraio dobbiam pure memorare la caduta del ministero Gioberti il giorno 21. I particolari possono leggersi nella Pallade del 262 e nel Costituzionale del 28.3

I giornali della repubblica ne gioivano apertamente, e profittavano della occasione per iscagliarsi acerbissimamente tanto contro di esso, quanto contro Carlo Alberto; ed affinchè i nostri lettori possan farsene una idea, riportiamo il brano seguente della Pallade:


«Il prete Gioberti e il re Carlo Alberto.

» Questi due nomi sono oggimai storici. L’uno passerà alla posterità per essersi le mille fiate contradetto, l’altro per essersi sempre tenuto fermo ne 1 suoi propositi.

» Gioberti dopo aver perseguitato la politica del gesuitismo, alla perfine ha voluto sposarla anch’egli. Ha percorso l’Italia come ciarlatano di libertà, poscia se ne è fatto il carnefice: predicava guerra allo straniero, e la preparava all’Italia.

» Carlo Alberto fu austriaco nel 21, più austriaco nel 31, generale austriaco nel 48.

» Benchè dunque queste due nature fossero diverse l’una per mobilità, l’altra per fermezza, pure in questi ultimi giorni l’una si era incarnata nell’altra.

» Si è voluto pretendere che l’abate ministro allestisse un intervento armato in favore di Leopoldo e Pio IX,

  1. Vedi Monitore del 28 febbraio, pag. 119.
  2. Vedi la Pallade, n. 480.
  3. Vedi il Costituzionale del 28, pag. 103.