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della rivoluzione di roma | 257 |
L’ultimo giorno di febbraio sottoscrivevasi un decreto dal comitato esecutivo, sul modo di regolare i pagamenti alle casse erariali.1
I carabinieri giurarono in quel giorno fedeltà alla repubblica sulla piazza del Popolo.
Eglino si riunirono nella piazza de’santi Apostoli alle 10 antimeridiane. Avviaronsi quindi alla piazza del Popolo, e nella chiesa che di santa Maria del Popolo porta il nome, udiron la messa. Uscitine di poi formarono un circolo, e fu Ietto il giuramento, Il colonnello Calderari comandò alla officialità di sfoderare la spada e giurare militarmente.
Parlò per il primo il generale Galletti in questi termini: «Poichè per il primo la proclamai, vo’ giurar per il primo di tutti alla repubblica, e giuro....» Giurarono quindi tutti gli altri.2
Le troppe domande d’impieghi, che manifestansi ordinariamente ne’ cambiamenti di governo, reclamarono da quello romano di allora una misura per non distogliere le autorità governative dall’esercizio delle loro attribuzioni, e fu quella di creare una commissione per esaminare e riferire sulle istanze che ricevevansi.
Ella era composta dei seguenti:
Avvocato Francesco Sturbinetti presidente
Avvocato Giuseppe Piacentini
Luigi Salvati
Dottor Giuseppe Meucci
Luigi Allocatelli
Alberico Spada
Alessandro Castellani segretario.3
Il Monitore poi del detto giorno portava un dispaccio in forma di rimostranza del ministro degli affari esteri