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E mentre queste cose passavansi in Roma, il Santo Padre con atto da Gaeta del giorno stesso veniva enunciando le cause della sua partenza da Roma, che furon le violenze inaudite e sacrileghe che aveva sofferto, violenze tali, che lo portavano a dichiarare che tutti gli atti da quelle derivati dovesser considerarsi di nessun vigore, e di nessuna legalità. In pari tempo, non volendo lasciare acefalo in Roma il governo del suo stato, nominava una commissione governativa composta dei seguenti soggetti:

Cardinale Castracane
Monsignor Roberto Roberti
Principe di Roviano
Principe Barberini
Marchese Bevilacqua di Bologna
Marchese Ricci di Macerata
Tenente Generale Zucchi. 1

Questo atto si conobbe in Roma forse da qualcuno in sul finire del mese o in sui primi del dicembre; ma come era da attendersi, nello stato in cui si trovavan le cose in Roma, era più che difficile che gli eletti accettassero tutti, o che si costituissero, e la lor voce fosse ascoltata. E cosi accadde difatti. Ma di ciò meglio in appresso.

Quel padre Gavazzi, scandalo costante del clero e grossolano sommovitore delle masse ignoranti, il quale era stato arrestato in Bologna d’ordine del Rossi e quindi condotto e tenuto prigione per vari giorni in Viterbo, accaduti i casi di Roma, ne venne liberato il giorno 22, 2 ed il 29 giungeva in Roma, ove lo attendevano nuovi trionfi, perchè accresciuti i suoi amici per numero e per audacia. 3

Il primo trionfo fu la sua presentazione al circolo popolare fatta da monsignor Muzzarelli. 4


  1. Vedi il Sommario n. 43. — Vedilo nel vol. Motu-propri ec. i n. 65 o 66.
  2. Vedi la Guardia nazionale del 24, vedi Documento, n. 50.
  3. Vedi la Gazzetta di Roma del 30, pag. 99S.
  4. Vedi la Pallade del 30 novembre.